La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito la linea del no all’invio di soldati italiani in Ucraina e fatto chiarezza sul “riarmo”.
A margine del vertice Ue sull’Ucraina, anche Giorgia Meloni è intervenuta per dire la sua e far capire la posizione dell’Italia sui principali temi dell’attualità europea e internazionale. La Premier ha ribadito il “no” all’invio di truppe italiane nel territorio ucraino e ha voluto anche fare delle precisazioni in merito al piano di “riarmo” proposto dalla von der Leyen.

Giorgia Meloni: no all’invio di militari italiani in Ucraina
Parlando con i giornalista da Bruxelles al termine del vertice Ue, la premier italiana Giorgia Meloni ha ribadito la sua posizione in merito all’invio di truppe europee in Ucraina: “Sono molto perplessa, la considero molto complessa e la meno efficace”, ha detto la Presidente del Consiglio. In questo senso ulteriore passaggio preciso: “E ho escluso che possano essere inviati soldati italiani. Meglio pensare a soluzioni più durature. Estendere l’articolo 5 della Nato sarebbe una soluzione duratura”.
In tal senso, la Meloni ha precisato: “È una cosa diversa dall’ingresso nella Nato però, è estendere la stessa copertura che hanno i paesi Nato anche all’Ucraina. Credo che quella sarebbe una garanzia di sicurezza stabile, duratura, effettiva, più di alcune delle proposte che sto vedendo e per cui sicuramente è una delle proposte che noi mettiamo sul tavolo”.
La precisazione sulla parola “riarmo”
Meloni ha detto la sua anche sulla parola “riarmo” che, secondo lei, non sarebbe quella “più adatta a descrivere quello che stiamo facendo”. In tal senso, la Premier ha spiegato: “Il concetto di difesa e sicurezza oggi riguarda tantissimi domini della vita quotidiana dei cittadini e non semplicemente essere dotati di adeguate armi, che è un tema”.
In tale ottica, la Presidente del Consigli ha ulteriormente chiarito: “C’è anche il tema delle materie prime, della cybersicurezza, delle infrastrutture critiche e tantissimi domini di cui dobbiamo occuparci quotidianamente. Quindi forse stiamo dando messaggi ai cittadini che non sono chiarissimi e bisogna chiarire quel che stiamo facendo”.